Carenza di Ferro: sintomi nelle donne in base alle diverse fasi della vita

La carenza di Ferro alimentare è una delle più comuni al mondo. Nelle donne è piuttosto diffusa e può manifestarsi con diversi sintomi che variano nel corso della vita, dall’adolescenza alla gravidanza, fino alla menopausa.

Comprendere i segnali che il corpo invia è fondamentale per intervenire in tempo, sostenendo l’organismo con un’alimentazione mirata e, quando serve, con l’integrazione più adatta.

Sintomi e cause della carenza di Ferro

La carenza di Ferro si manifesta quando il corpo non ha una quantità sufficiente di questo minerale essenziale per produrre emoglobina, la proteina nei globuli rossi che trasporta l’ossigeno. Nelle donne, questa condizione è particolarmente diffusa a causa di fattori come il ciclo mestruale e la gravidanza.

I sintomi della carenza di Ferro includono:

  • affaticamento e debolezza. Uno dei segnali più evidenti è una costante sensazione di stanchezza, anche dopo un riposo adeguato;
  • pelle pallida. La carenza di Ferro può portare a un colorito spento o pallido della pelle;
  • palpitazioni e mancanza di respiro;
  • freddo alle estremità degli arti, formicolii;
  • unghie e capelli fragili;
  • insonnia;
  • capogiri, mal di testa, vertigini. Un apporto insufficiente di ossigeno può portare a sensazioni di svenimento o vertigini.

Anemia da carenza di Ferro alimentare

La sideropenia, carenza di Ferro alimentare, è piuttosto diffusa: è caratterizzata dalla riduzione del numero dei globuli rossi a causa di una produzione insufficiente di emoglobina, la proteina responsabile del trasporto dell’ossigeno nel sangue.

Il Ferro è un elemento indispensabile per la sintesi dell’emoglobina: quando le sue riserve si esauriscono, il corpo non è più in grado di produrne a sufficienza e la quantità di ossigeno che raggiunge organi, muscoli e tessuti diminuisce.

Perché le donne sono più soggette alla carenza di Ferro?

La carenza di Ferro colpisce di più la popolazione femminile principalmente per i seguenti motivi fisiologici.

  • Ciclo mestruale: il sangue perso durante le mestruazioni può ridurre progressivamente le riserve di Ferro, soprattutto se le perdite sono abbondanti.
  • Gravidanza e allattamento: durante la gestazione, l’organismo aumenta il fabbisogno di Ferro per sostenere la crescita del feto.
  • Menopausa: in questa fase della vita l’assorbimento del minerale tende a ridursi.
Giovane donna seduta sul letto, piegata in avanti con le mani sul ventre, mentre avverte un forte dolore addominale a causa delle mestruazioni.

Possono contribuire anche altri fattori, come celiachia e problemi di assorbimento intestinale, diete vegane e vegetariane non bilanciate, intensa attività fisica e un elevato consumo di tè o caffè che ostacolano l’assorbimento del Ferro.

La carenza di Ferro nelle diverse fasi della vita

La carenza di Ferro alimentare può manifestarsi con segnali diversi a seconda dell’età e delle esigenze fisiologiche. Ecco i più comuni nelle varie fasi della vita femminile.

Adolescenza

È il periodo in cui inizia il ciclo mestruale e il fabbisogno di Ferro aumenta. I sintomi più frequenti sono stanchezza, pallore, irritabilità, difficoltà di concentrazione e, nei casi più importanti, tachicardia e unghie fragili.

Una dieta sbilanciata o l’abitudine a saltare i pasti può amplificare il rischio.

In età fertile

Le donne adulte possono avvertire affaticamento cronico, cefalee e sensazione di freddo alle estremità.

Se il Ferro scende sotto i livelli ottimali, anche i capelli possono risultare più sottili e fragili, mentre la pelle appare spenta.

Durante la gravidanza e l’allattamento

Il fabbisogno di Ferro in gravidanza quasi raddoppia: da 18 mg a circa 30 mg al giorno.

Una carenza in questa fase di apporto maggiore può provocare sideropenia con debolezza. Per questo motivo l’integrazione è spesso consigliata.

In menopausa

Con la fine delle mestruazioni il rischio di carenza diminuisce, ma può riemergere in presenza di malassorbimento intestinale, diete squilibrate o disturbi gastrici che compromettono l’assimilazione del Ferro.

I sintomi tipici sono spossatezza, scarsa concentrazione e riduzione del tono dell’umore.

Come evitare e affrontare la carenza di Ferro

Le fonti più ricche di Ferro sono carne e frattaglie, pesce e molluschi, legumi, frutta secca e verdure a foglia verde.

Il Ferro contenuto negli alimenti può essere di due tipi:

  • Ferro eme, contenuto nei prodotti di origine animale;
  • Ferro non eme, contenuto nel cibo di origine vegetale e meno assorbibile rispetto al Ferro eme.
Varietà di alimenti ricchi di Ferro disposti su un tavolo: carne, salmone, uova, latte, legumi, cereali, pane integrale, frutta, verdure a foglia verde, avocado, frutta secca e tofu.

Per migliorare l’assorbimento del Ferro, soprattutto se di origine vegetale, è utile abbinare fonti di Vitamina C come agrumi, kiwi e peperoni: evita inoltre di abbinare latticini durante il pasto o di consumare tè o caffè immediatamente dopo.

Infine, per le verdure è sempre meglio preferirle crude o cotte al vapore, per preservare il Ferro ma soprattutto l’Acido folico dalla degradazione dovuta alle alte temperature.

Quando l’alimentazione non basta o la carenza è già presente, un integratore di qualità ad alto dosaggio e in compresse gastroresistenti a rilascio graduale può essere un valido supporto per ritrovare energia e benessere.

Le caratteristiche di un buon integratore di Ferro

Un buon integratore di Ferro dovrebbe essere, oltre che efficace, ben tollerato e facilmente assimilabile. La formulazione ideale prevede un rilascio graduale nel tempo, per garantire un assorbimento costante e ridurre il rischio di fastidi gastrici.

Questo ne aumenta la biodisponibilità, soprattutto se in combinazione con Vitamina C, Acido folico e Vitamina B12.

Un integratore con queste caratteristiche rappresenta un valido supporto per le donne in ogni fase della vita, aiutando a recuperare energia, vitalità e benessere quotidiano.

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